domenica 12 aprile 2020

La Fase 2 deve essere costruita pensando alle persone

Operai a Berlino realizzano una corsia ciclabile temporanea (Photograph: Annegret Hilse/Reuters)

Sembra ormai essere chiara la forte correlazione fra inquinamento da particolato fine e diffusione del Covid 19. La limitazione della mobilità delle persone ha mostrato dati evidenti rispetto al miglioramento dell'aria in molte parti del mondo, cosa che appare fondamentale nel processo di programmazione di quella che sarà la Fase 2 per l'uscita dallo stato di emergenza.
Abbiamo un dato certo: mentre molte fabbriche hanno continuato la loro attività ed il riscaldamento nelle case rimaneva acceso le auto sono state letteralmente bloccate, questo perchè le persone sono state costrette a rimanere chiuse a casa. Meno persone in giro meno auto sulle strade, meno auto, meno emissioni di particolato ed il gioco è fatto: aria pulita. Con buona pace di tutti coloro che hanno spesso avuto il coraggio di affermare che l'auto non si tocca e che il problema era legato ad altro.
Nel contempo è emerso il drammatico rapporto aria inquinata, diffusione maggiore della malattia e danni elevati da Covid 19. Analisi che in maniera più approfondita abbiamo già affrontato.
Le scelte da prendere non possono che essere orientate in una direzione precisa: abbattere il particolato fine nelle nostre città. E il modo principale per farlo è rivedere completamente la nostra concezione di mobilità.
La visione autocentrica della nostra società, dovuta anche a forti pressioni derivanti sia dalla lobby dei petrolieri che da quella dei produttori di auto, ha determinato una condizione di totale invivibilità delle aree urbane, con situazioni di degrado anche nelle aree rurali, che oggi subiscono la fuga (in auto) dalle città di quei cittadini stressati dalla vita urbana, fatta di rumori (delle auto), traffico (automobilistico) e inquinamento (da sostanze emesse dalle auto).
Questa visione, posta difronte all'emergenza pandemica che viviamo oggi, deve essere cambiata.
Per questa ragione la gestione della Fase 2 dell'emergenza deve prendere in considerazione nuove forme di mobilità delle persone. Così come abbiamo limitato gli spostamenti questi dovranno prima o poi riprendere e la cosa da evitare è che si ritorni alla drammatica situazione precedente.
Un primo passo concreto sarà quello di programmarli disincentivando al massimo l'uso dell'automobile, ove possibile, così riducendone l'abuso incontrollato
Ovviamente, uno dei problemi cardine nella Fase 2 sarà quello di evitare gli assembramenti tipici che si creano in mezzi pubblici sovraffolati, condizione che potrebbe portare ad una nuova diffusione dell'emergenza.
Molte città nel mondo hanno cominciato a pensare a soluzioni intelligenti, che aiutino le persone a muoversi tutelandone la salute.
Si stanno così realizzando, da Berlino a Bogotà, corsie ampie e dedicate ai pedoni e ai ciclisti, in modo da incentivare i cittadini a muoversi a piedi o in bicicletta. Le corsie, per adesso a carattere temporaneo, vengono realizzate su strade che sono chiuse al traffico veicolare motorizzato.
In pratica si toglie spazio alle auto per restituirlo alle persone.
Ecco che la visione nuova della città prende forma. La cosa interessante è che non ci si inventa nulla, almeno in Italia, visto che questo è espressamente previsto dal Codice della Strada, che all'art. 1 prevede la tutela della sicurezza delle persone e l'incentivazione dell'uso della bicicletta per ridurre i costi economici, sociali ed ambientali derivanti dal traffico veicolare.
Fino ad oggi la norma è rimasta inapplicata, con conseguenze pesanti in termini di danni alle persone e lesione del loro diritto alla mobilità e alla salute, tra i tanti.
Gli interventi possono essere fatti a tutti i livelli, sia statale, con trasferimenti ai comuni di fondi adeguati per la realizzazione di progetti di mobilità stradale conformi a questa visione; sia da parte dei sindaci, che fin da subito possono intervenire con provvedimenti temporanei di limitazione del traffico e gestione della mobilità.
In una fase successiva ripensare l'intera mobilità dovrà essere l'obiettivo fondamentale, investendo risorse concrete nel potenziamento del trasporto pubblico locale, tramite un adeguato rifinanziamento del Fondo Nazionale per il Trasporto Pubblico e l'approvazione delle proposte di modifica al Codice della Strada che affrontino la nuova prospettiva della mobilità alla luce della rivoluzione sociale ed economica che ci ha colpito.
Possiamo costruire un futuro migliore e dobbiamo cominciare a farlo pensando alle persone.



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