venerdì 21 gennaio 2022

E' morto un ciclista

Sulla strada è morto un ciclista, sulla strada a Gela è morta una persona che si stava muovendo in bicicletta. E' successo in città, sull'asfalto urbano che corre tra le nostre case, sotto gli occhi, a volte distratti, di tutti noi, che percorriamo la via senza forse mai pensare quanto muoversi in bici sia un rischio. E' morto un ciclista. Non lo ripetiamo per rimarcare l'evento tragico, ma per ricordare, nero su bianco, che muovendosi in bici è morto quello che la legge chiama utente vulnerabile. E se la legge è generica e impersonale noi non possiamo esserlo, mentre parliamo di una persona che molti conoscevano e che altri oggi imparano a conoscere nel dolore della perdita, nello sgomento della più assurda delle morti. Come Fiab non vorremmo mai scrivere un post come questo, ci piacerebbe sempre raccontare che le cose sulla strada vanno nel giusto verso e che, dal bambino all'anziano, tutti sono sicuri a muoversi a piedi o in bicicletta, ma se muore un ciclista allora non è così, non può essere ancora così. Non importa quanto pubblicamente ci si batta per chiedere strade sicure per pedoni e ciclisti, maggiore rispetto per chi sulla strada è più debole e vulnerabile, non importa, perchè in giornate come queste si riesce solo a comprendere come non si possa mai davvero parlare di tragica fatalità, ma si tratti
, forse, di una generale mancanza, di un sistema che non funziona e che, ancora una volta, ci porta via una vita. Il nostro dolore, il nostro affetto e la nostra vicinanza, da ciclisti, da persone deboli sulla strada, vanno alla famiglia di A.I. che oggi subisce il vuoto insopportabile della perdita. A loro ci sentiamo vicini, sapendo quanto possa apparire assurdo dovere ancora accettare che si possa morire andando in bicicletta in città.

La Fiab Gela