mercoledì 6 aprile 2022

La morte di un poeta nel bel mezzo della strada

Resta il suono forte delle parole scritte, lì sull'asfalto levigato della via Cairoli a Gela, in pieno centro storico. Rimane sospeso nell'aria come segnato sulla strada, su quella striscia travolta ogni giorno da migliaia di gomme d'auto che la consumano lentamente. 

Lo puoi sentire quel suono scritto, siculo nel suo profondo essere dialettale, patria e memoria di una pratica comunicativa ormai annacquata, diluita nei mille rivoli della comunicazione telematica, imbastardita, certo, ma ancora viva. E mentre lo senti, prima ancora di leggere la parola, percepisci il dolore per la perdita di qualcuno che di quella parola è stato narratore, testimone, custode. 

In queste ore le notizie si inseguono e le comunicazioni giornalistiche ci dicono che quel qualcuno ha il nome di Rocco Vacca e che quella perdita non è semplicemente a tempo, ma è cosa più lunga, perchè la morte, così chiamiamola, non ci lascia lo spazio breve dell'incontro successivo, ma detta una legge eterna, un tempo assai più lungo ed indefinito.

E' morto un cittadino di Gela, un poeta, una persona, un testimone ed un narratore. Ci ha lasciati Rocco Vacca e lo ha fatto, secondo fonti di stampa, nel modo più triste: investito da un'automobile in via Cairoli, Gela, pieno centro storico. In un pomeriggio di inizio primavera, con un vento fresco che arriva dal mare e si insinua tra le pareti strette delle case basse. 

Di una morte assurda ci ha lasciati, la morte di una vittima della strada, l'ennesima vittima, sembra, di quella circolazione d'auto che spesso chiediamo essere controllata, limitata, censurata per ovvie e ormai evidenti ragioni di sicurezza. 

Sia la vita giovane o quella maggiormente vissuta a lasciarci nulla cambia nel triste sfogo del dolore, e nulla cambia nella rabbia per qualcosa che, forse, poteva essere evitato.

Se confermati i fatti, si può dire che l'auto rimane un'arma che, assai più della penna, permetteteci di dire in questo caso, può uccidere. Perchè un leggero pedone toccato da una massa in movimento di oltre un quintale rimane una vittima certa.

Non certo in questo modo si può ancora andare avanti.

Ci lascia Rocco Vacca, e a noi rimane, tra le tante cose della vita per chi resta, il ricordo, meraviglioso, delle sue narrazioni.