lunedì 11 luglio 2016

Senza Senso: la morte della viabilità

Mentre ogni giorno lottiamo per dare vita ad una città vivibile, nonostante le mille difficoltà normative e sociali, il sindaco decide di sconvolgere la circolazione veicolare, questa volta sul Lungomare Federico II di Svevia. La città insorge, la gente non comprende, i sensi perdono senso. Ci si permetta questo gioco di parole.
Ancora una volta l'amministrazione non pensa un progetto concreto per la mobilità a Gela; ancora una volta siamo lontani anni luce dal costruire un nuovo modo di muoversi in città.
Il Lungomare Federico II di Svevia oggi è percorribile in parte solo in direzione est. Questo sdignifica che per circa quattorcento metri l'intera carreggiata è a disposizion di un solo flusso veicolare. La cosa non sarebbe di per se sconvolgente se non fosse che da questa riduzione di flusso (chiamiamola così) non derivano benfici per lo spazio pubblico e la socialità e, ovviamente, per l'economia della zona.
Possibile soluzione di ciclabile sul lungomare
Sul lato nord della carreggiata, quella da cui sono stati eliminati i veicoli in marcia, ci si sarebbe aspettato un intervento concreto per la riduzione del traffico e la moderazione della velocità. Ci saremmo aspettati la creazione di una pista ciclabile; avremmo voluto vedere un guadagno di spazio in pedonalità e vivibilià. Da questo potevano derivare importanti benefici  per gli stessi commercianti, che oggi urlano alla crisi, proprio nel periodo estivo.
Invece nulla di tutto questo.
Scompare un flusso viario, si sistema un bel cartello e tutto rimane identico.
La nostra proposta è quella di sfruttare lo spazio guadagnato dalla eliminazione del doppio senso sul lungomare per la realizzazione di una pista ciclabile a ridosso del marciapiede con la coesistenza delle auto in sosta a ridosso della ciclabile, ma sul lato esterno, come si vede nella foto allegata all'articolo.
Ci saremmo aspettati una specifica programmazione dell'intervento e non una estemporanea idea priva si senso.
Speriamo che le cose possano seriamente cambiare, perchè ad oggi le politiche sulla mobilità ciclistica in città sono inesistenti e quelle sulla mobilità sostenibile non sono minimamente percepibili.