mercoledì 27 settembre 2017

E noi lo denunciamo... Non vogliamo la bici Illegale

La bici non è una moto
Alla fine lo abbiamo dovuto fare. Dopo tanti post su questo blog e diverse segnalazioni fatte in via informale, abbiamo ritenuto opportuno segnalare alle autorità la pericolosa situazione dei ciclomotori elettrici che indisturbati circolano lungo le vie cittadine. Avemmo voluto vedere un intervento tempestivo anche senza una formale segnalazione, ma si vede che la cosa non era opportuna. Il problema si pone inoltre con riferimento alle bici a pedalata assistita che non rispettano i parametri di legge. Questi mezzi sono ancora più pericolosi per gli utenti deboli della strada e, in particolare, per tutti quei ciclisti che rischiano di essere travolti da finte biciclette che viaggiano a 40 km/h. 
Ricordiamo che il Codice della Strada permette alle biciclette a pedalata assistita di circolare purchè rispettino determinati parametri. Velocità massima di assistenza 25 km/h; potenza nominale del motore 0,25 kw, assistenza solo con pedali in movimento.
Questo significa che la bici a pedalata assistita è a tutti gli effetti una bici, con l'unica differenza che assiste, appunto, il ciclista. Se il ciclista smette di pedalare il motore si ferma, quando la bici arriva a 25 km/h il motore si ferma, oltre quella velocità è solo propulsione muscolare. 
Qualsiasi altra variazione è illegale, lo ripetiamo ancora una volta, ILLEGALE.
Continueremo questa nostra campagna perchè crediamo nei benefici della bici a pedalata assistita e siamo assolutamente convinti che possa rivoluzionare la mobilità ciclistica, purchè rispetti quei limiti stringenti, che, correttamente, sono stati imposti dalla legge. Ogni violazione in tal senso rappresenta un danno gravissimo a questo processo rivoluzionario.

giovedì 21 settembre 2017

Il comune distrugge la ciclabile?

La pista ciclabile di Macchitella rappresenta per Gela l'unica infrastruttura dedicata alla mobilità ciclistica. Una porzione di percorso destinato esclusivamente alla tutela di chi si sposta in bici, ottenuta con grande fatica dalla Fiab Nanocicli Gela e dal Comitato di Quartiere Macchitella.
Distruggerla o danneggiarla non è la cosa più saggia che si possa fare, stupisce poi quando si scopre che mezzi pesanti l'hanno percorsa per effettuare dei lavori all'interno di un immobile di proprietà comunale. Vogliamo sperare che non sia stato proprio il Comune di Gela a fare quei lavori, ma che si sia trattato di soggetti esterni o, comunque, non direttamente inviati dall'Ente, in caso contrario assisteremmo al paradosso di un ente pubblico che, dopo avere investito denaro pubblico per la realizzazione di un bene pubblico ( la reiterazione del concetto pubblicistico è importante), decide in maniera incauta e illegittima di distruggerlo. 
La pista ciclabile è infatti realizzata per sopportare il passaggio delle biciclette, non certo per resistere alle automobili o al peso dei mezzi da lavoro.
Serve tutelare questo bene e non danneggiarlo, serve implementare le politiche a sostegno della
mobilità ciclistica e, in genere, a sostegno di una mobilità che favorisca il recupero e la tutela dello spazio pubblico e condiviso in alternativa all'occupazione costante dei luoghi fondamentali per lo sviluppo e la crescita di una comunità.
Quello che le immagini mostrano è un atto che non deve ripetersi e, ove dovesse nuovamente reiterarsi, questa associazione, a tutela degli utenti della mobilita ciclistica, è pronta ad agire nelle dovute sedi per determinare l'immediata cessazione di ogni atto di danneggiamento perpetrato contro l'infrastruttura della pista ciclabile.
Una comunità di cittadini non può restare in silenzio davanti alla distruzione di un bene comune.

martedì 19 settembre 2017

La bici elettrica non va a motore e non è un ciclomotore

ciclomotore elettrico
Dispiace sollevare una questione che ci sarebbe piaciuto non vedere. L'abuso in città di mezzi che vengono intesi come bici a pedalata assistita ma che sono, in maniera diretta o indiretta, dei veri e propri ciclomotori.
Una cosa positiva che è accaduta a Gela nell'ultimo anno è stata la nascita di attività imprenditoriali private per il noleggio di bici a pedalata assistita. 
Questo ha portato alla diffusione della bici a pedalata assistita lungo le vie della nostra piccola e caotica città. 
Conquista di civiltà o fenomeno modaiolo poco importa, quello che conta è che le due ruote a pedali hanno cominciato a circolare.
Il problema, però, è dato dal fatto che alcuni di questi mezzi sfrecciano a quasi 40 km/h lungo le vie cittadine, le ztl, la pista ciclabile e le aree pedonali, in violazione del codice della strada, che limita la velocità delle bici a pedalata assistita a 25 Km/h e la loro potenza a 0,25 kw. 
In pratica ci è capitato di vedere bici a pedalata assistita con potenza ben superiore a tale valore.
L'altra faccia spiacevole della medaglia è il vedere circolare in città, senza targa e in piena anarchia ciclomotori elettrici.
Molti infatti confondono la bici a pedalata assistita con il ciclomotore elettrico, che ha certamente i pedali, ma che per muoversi fa a meno della spinta propulsiva delle gambe, ha un acceleratore autonomo come in tutti i motorini e supera di gran lunga il limite dei 25 km/h. 
Anche in questo caso i ciclomotori elettrici (non chiamiamole bici) sfrecciano dentro le ztl, le aree pedonali e sull'unica pista ciclabile della città.
La bicicletta è un mezzo di trasporto che rappresenta una grande evoluzione per la riconquista dello spazio pubblico e la creazione di vivibilità urbana, ma la truffa dei ciclomotori elettrici e delle bici a pedalata assistita truccate rischia di creare solo danni, soprattutto ai cittadini più deboli, come anziani, disabili e bambini.
Ci auguriamo che ci siano controlli adeguati al fine di impedire che questo fenomeno possa rovinare la bellezza del muoversi in bicicletta ed i benefici collegati.