venerdì 16 dicembre 2016

Il Bike Sharing ce lo facciamo da noi: Fiab cambia le cose



La promozione della mobilità sostenibile inizia con scelte concrete. Con la rinuncia all’uso dell’auto privata e la scelta di mezzi di spostamento sostenibili. In questi anni si è fatto un gran parlare di mobilità elettrica. Una rivoluzione importante che però non deve farci pensare che l’auto elettrica sia meglio di quella a combustibili fossili. Questo perché il problema delle città non è solo l’inquinamento, ma anche lo spazio pubblico. Dieci auto elettriche occupano lo stesso spazio di dieci auto tradizionali. La mobilità condivisa, la riduzione delle auto, la scelta della bici e del mezzo pubblico, l’incremento della pedonalità, sono tutti fattori di gestione amministrativa che aumentano le occasioni di lavoro in una città e la rendono vivibile, trasformandola in “smart city”. La cosiddetta bikeconomy ne è una dimostrazione. L’imprenditoria che nasce attorno all’uso della bicicletta. Per questo motivo, come da sempre facciamo, promuoviamo e sosteniamo scelte coerenti con questa visione. In una città che non riesce ad avviare progetti di mobilità condivisa collaboriamo con chi ha scelto l’economia della bicicletta. Fiab Gela ha sottoscritto una convenzione con Ellenika Sport per il noleggio delle biciclette a pedalata assistita, che consente ai tesserati Fiab di tutta Italia di noleggiare, anche a lungo termine, le biciclette a pedalata assistita con uno sconto sul prezzo. I punti di noleggio Ellenika diventeranno delle vere e proprie stazioni di bike sharing per la città di Gela. Un risultato importantissimo ed un segnale fondamentale per le future scelte amministrative sulla mobilità.
                                           

mercoledì 23 novembre 2016

Costruire la mobilità, questo il lavoro di FIAB

Il lavoro della FIAB non è limitato alla organizzazione di uscite in bicicletta. Sicuramente questo aspetto rappresenta uno dei lati piacevoli del far parte di una realtà come la Fiab. Ma la principale attività dell'associazione è quella di creare, con un lavoro concreto e costante le condizioni affinchè le amministrazioni compiano scelte illuminate nell'ambito della mobilità.
Pensare ad una città senza considerare la sua mobilità, i suoi spazi vivibili, il suo sviluppo logistico, la regolamentazione della vita dei suoi cittadini, significa creare un luogo destinato a morire.
Una città economicamente solida basa la sua forza sulla capacità di gestire i suoi spazi, la mobilità dei propri cittadini, la riduzione del traffico veicolare privato su auto, l'implementazione del trasporto pubblico e l'incentivazione della mobilità da parte delle utenze deboli della strada (bici e pedoni).
Il cicloturismo a lunga e media portata è poi un altro aspetto fondamentale di questo lavoro. Perchè i milioni di euro che derivano dalla creazione di reti cicloturistiche efficienti rappresentano una cocncreta risposta alla crisi economica di un territorio.
Per questo motivo siamo molto di più che "quelli della bici". Siamo un interlocutore credibile per la politica e le istituzioni, con una preparazione ultra ventennale ed una capillare diffusione sul territorio.
Questo lavoro incessante ci ha portato, per fare un mero esempio, a sottoscrivere, nell'aprile del 2016, tramite il Coordinatore Regionale Fiab Sicilia, Avv. Simone Morgana ed il grande lavoro del precedente Coordinatore, Prof. Giampaolo Schillaci, il protocollo con il comitato dei comuni UNESCO della Sicilia, rappresentato dal sindaco di Catania Enzo Bianco. Un accordo che indica l'impegno delle amministrazioni nella promozione della mobilità sostenibile e dell'economia della bicicletta, nonchè la professionalità riconosciuta alla FIAB.
Lavoriamo costantemente per creare queste opportunità e queste sinergie.
Sostenendo il mondo di chi sceglie la bici per muoversi e la sostenibilità per vivere.

venerdì 18 novembre 2016

Aperta la Campagna Tesseramento 2017

Fiab esiste grazie al sostegno dei soci. Alla forza che ognuno di noi, come parte attiva nella mobilità, decide di dare all'unica realtà nazionale che tutela i ciclisti e la mobilità nuova.
Ogni tesserato sceglie di sostenere direttamente se stesso, il proprio stile di vita, la propria visione della comunità in cui vive e in cui vorrebbe vivere.
Essere parte di Fiab significa fare una scelta di campo precisa: migliorare la propria mobilità, scegliere di dare un futuro diverso alle nuove generazioni.
Siamo una comunità in movimento che cresce giorno dopo giorno, con l'impegno attivo di chi sceglie di abbandonare il mezzo privato a motore per muoversi in maniera dfferente; di chi vive il territorio attraverso lo spostamento in bici, sia essa una bici da corsa da migliaia di euro o una vecchia Graziella arrugginita. Essere Fiab significa essere parte di un mondo che si muove nel rispetto del territorio e della comunità, significa diventare parte attiva di un cambiamento.
Fiab Gela Nanocicli opera a Gela per garantire la crescita di nuovi spazi per la mobilità sostenibile.
Negli anni abbiamo ottenuto vittorie importanti che hanno portato ad un cambio di mentalità diffuso.
La presenza del troncone di pista ciclabile a Macchitella, nato da un progetto di Fiab Gela Nanocicli; i convegni sulla mobilità urbana che hanno portato alle zone 30, oggi perfettibili; la crescita della bici a pedalata assistita; la diffusione del cicloturismo giornaliero.
Sono scelte che oggi crescono grazie al grande lavoro di Fiab sul territorio.
Vogliamo continuare così, tutti noi dobbiamo andare avanti su questa strada.
Scegliamo il tesseramento Fiab 2017, per stare sempre dalla parte di chi #pedalaognigiorno e a favore ogni giorno di chi pedala.
Per info e tesseramenti scriveteci all'indirizzo fiabgela@gmail.com oppure visitate la pagina tesseramento del sito.

giovedì 10 novembre 2016

Quali sono i progetti della Giunta per mobilità sostenibile ed infrastrutture per la vivibilità?

Prendiamo atto, con dovuto senso civico, che le scelte dell'amministrazione Messinese non sono in linea con la volontà di costruire un sistema di mobilità sostenibile e di sviluppo logisitico della città.
Ad oggi rimane evanescente qualsiasi atto utile a creare i presupposti per cambiare volto al nostro modo di vivere Gela.
Qualcuno potrebbe dire che ci sono problemi ben più grossi della gestione della mobilità e dello spazio pubblico o dei provvedimenti legati alla intermodalità, ma sarebbe giusto dire a quel qualcuno che mentre parla i suoi figli vanno a scuola immersi fra lamiere e fumi tossici; ci si muove senza trasporto pubblico; non esistono spazi dove vivere insieme; non ci sono progetti per la gestione della logistica merci urbana; la progettazione della viabilità è affidata alle improvvisazioni della giunta; la gestione della sosta non esiste, così ognuno fa un po' come gli pare. 
Questa situazione è drammatica per una città che vorrebbe risollevarsi dalla crisi, perchè apparire brutti e sporchi è il peggior biglietto da visita che si può dare a chiunque, sia esso investitore straniero o turista improvvisato.
Limitiamoci, per mero esempio, ad analizzare il passante di Via Venezia, un non luogo, dove a farla da padrone è l'autmobile in maniera anarchica (ognuno fa quello che vuole e come vuole). Marciapiedi improvvisati o inesistenti, mobilità confusionaria, assenza di regole reali. In campagna elettorale si attaccò il sindaco Fasulo perchè aveva permesso di installare dei cartelli con sopra scritto Via Venezia Centro commerciale naturale. L'assessore all'ambiente dell'attuale giunta Messinese parlò di via venezia come di un luogo non presentabile. 
Dopo oltre un anno di amministrazione la giunta non ha fatto nessun intervento sostanziale di mobilità su via venezia. Tutto si basa sul traffico veicolare a motore, niente pedonalità, niente ciclabilità, niente intermodalità con il trasporto pubblico, niente progetti.
Siamo oggi in attesa di capire quale sia il progetto della giunta e ci rendiamo, come sempre, disponibili a fornire il nostro contributo di esperienza e tecnica all'amministrazione affinchè si mettano in campo della azioni concrete e di lungo periodo che permettano di costruire un nuovo sviluppo per la città di Gela.
Uno sviluppo che rivoluzioni la sua vivibilità e che le permetta di crescere sotto il profilo economico e sociale.

mercoledì 14 settembre 2016

Senso unico eccetto bici: a Gela è un suicidio

Quando il ministero dei trasporti emanò la famosa circolare che chiariva come fosse possibile pensare al senso unico eccetto bici anche in Italia, precisò che andavano rispettate delle regole.
Strada priva di traffico veicolare pesante, segnaletica stradale adeguata per segnalare agli automobilisti la presenza delle bici in senso opposto e limite di velocità per le auto a 30 Km/h. 
Senza il rispetto di questi criteri il senso unico eccetto bici non è solo illegittimo, ma diventa un provvedimento pericoloso per chi si muove in bici.
A Gela ci aspetteremmo maggiore attenzione da parte dell'amministrazione in questo senso. 
Sul lungomare Federico II di Svevia, all'altezza dell'ex lido la Conchiglia, dopo l'istituzione del senso unico di marcia, l'amministrazione ha posizionato un pannello integrativo dove si autorizzano le biciclette a percorrere il lungomare in senso opposto alla circolazione delle auto. Il problema è che gli automobilisti non lo sanno. 
Proprio così.
Si ritrovano delle bici che camminano contromano senza sapere che questo può accadere. Occupano, le auto, la corsia dedicata alle bici senza sapere che non possono farlo, perchè non esiste nessun cartello che li avverta della presenza dei ciclisti in senso opposto.
Ma la cosa diventa ancora più pericolosa se si pensa che le automobili possono parcheggiare su entrambi i lati del lungomare, con la conseguenza che i ciclisti che camminano in senso opposto, di certo autorizzati, devono evitare le automobili parcheggiate o in fase di parcheggio che intersecano la traiettoria di marcia (autorizzata) delle bici. In pratica un pericolo costante.
Ovviamente il lungomare non è una zona 30, con la conseguenza che le auto sfrecciano ben oltre il 50 km/h, con buona pace della sicurezza dei ciclisti che sono autorizzati a percorrere il senso unico.
Ma la storia non è finita.
L'amministrazione ha anche posizionato una cartellonistica contraddittoria che viola le previsioni del codice della strada.
Quando si arriva all'altezza della Capitaneria di Porto il ciclista che percorre il senso unico trovo un nuovo pannello integrativo, che lo autorizza a percorrere ancora il lungomare, sempre contromano, fino a via Matteotti. Il problema è che nello stesso punto, sul lato opposto, l'amministrazione ha posizionato il cartello di inizio ciclabile promiscua, pedoni/ciclisti.
Ora, il codice della strada è chiarissimo nel dire che i ciclisti, quando è presente una ciclabile devono obbligatoriamente camminare su quest'ultima strada dedicata, abbandonando la strada destinata al traffico degli altri mezzi.
Questa regola vale anche per gli automobilisti, i quali, vedendo il segnale della ciclabile hanno la certezza che il ciclista si trovi sulla pista e non in strada. Nel nostro caso ancora peggio, perchè non solo non si aspettano di trovarselo nel loro senso di marcia, ma non si aspettano, a maggior ragione, di trovarselo in senso opposto.
Questa confusione non genera solo violazione di norme, ma crea un pericolo costante per chi cammina in bici e si affida a questa segnaletica.
Vogliamo sperare, per il bene di tutti i cittadini, che l'amministrazione comunale ponga degli immediati correttivi a questi pericolossissimi errori.

Fiab Gela Staff

venerdì 9 settembre 2016

Gela scopre la e-bike

Pedalare è sempre utile, soprattutto quando la bici si sostituisce all'automobile, restituendo spazio alle persone. Poco importa se si tratta di bici a pedalata assistita o di bici a propulsione muscolare. Quello che conta è che lo spazio pubblico ritrovi una sua dimensione umana. 
A Gela sta succedendo questo e come Fiab non possiamo che esserne felici. 
La città sembra essere piacevolmente invasa da un'ondata gentile di bici a pedalata assistita; in lungo e in largo, per le strade del centro o sul lungomare, si vedono sfrecciare biciclette leggere che sembrano muoversi senza troppa fatica. In fondo è una bella sensazione. 
Forse qualche purista storcerà il naso, ma noi crediamo che sia un buon inizio per rivoluzionare la mobilità e per questo accogliamo con grande piacere la scelta imprenditoriale fatta in città da due distinte realtà. Due punti di noleggio per ebike che hanno avviato un principio importantissimo di bikeconomy.
La Fiab da anni, a livello nazionale e internazionale, lavora per promuovere l'uso della bicicletta come mezzo alternativo all'auto, sia negli spostamenti quotidiani in città che nelle gite fuori porta.
Fiab Gela è nata con questo obiettivo e da quasi un decennio si muove in questa direzione. 
Cambiare l'economia della città è possibile anche con scelte importanti dedicate alla mobilità sostenibile, per questo motivo l'imprenditoria legata alla mobilità in bici e la scelta imprenditoriale di avviare un noleggio di e-bike risulta un passo importantissimo per creare quella rivoluzione culturale che può dare un volto nuovo a questa città. 
Fiab Gela sostiene tutte queste iniziative e le promuove con grande entusiasmo.

Fiab Gela Staff

lunedì 11 luglio 2016

Senza Senso: la morte della viabilità

Mentre ogni giorno lottiamo per dare vita ad una città vivibile, nonostante le mille difficoltà normative e sociali, il sindaco decide di sconvolgere la circolazione veicolare, questa volta sul Lungomare Federico II di Svevia. La città insorge, la gente non comprende, i sensi perdono senso. Ci si permetta questo gioco di parole.
Ancora una volta l'amministrazione non pensa un progetto concreto per la mobilità a Gela; ancora una volta siamo lontani anni luce dal costruire un nuovo modo di muoversi in città.
Il Lungomare Federico II di Svevia oggi è percorribile in parte solo in direzione est. Questo sdignifica che per circa quattorcento metri l'intera carreggiata è a disposizion di un solo flusso veicolare. La cosa non sarebbe di per se sconvolgente se non fosse che da questa riduzione di flusso (chiamiamola così) non derivano benfici per lo spazio pubblico e la socialità e, ovviamente, per l'economia della zona.
Possibile soluzione di ciclabile sul lungomare
Sul lato nord della carreggiata, quella da cui sono stati eliminati i veicoli in marcia, ci si sarebbe aspettato un intervento concreto per la riduzione del traffico e la moderazione della velocità. Ci saremmo aspettati la creazione di una pista ciclabile; avremmo voluto vedere un guadagno di spazio in pedonalità e vivibilià. Da questo potevano derivare importanti benefici  per gli stessi commercianti, che oggi urlano alla crisi, proprio nel periodo estivo.
Invece nulla di tutto questo.
Scompare un flusso viario, si sistema un bel cartello e tutto rimane identico.
La nostra proposta è quella di sfruttare lo spazio guadagnato dalla eliminazione del doppio senso sul lungomare per la realizzazione di una pista ciclabile a ridosso del marciapiede con la coesistenza delle auto in sosta a ridosso della ciclabile, ma sul lato esterno, come si vede nella foto allegata all'articolo.
Ci saremmo aspettati una specifica programmazione dell'intervento e non una estemporanea idea priva si senso.
Speriamo che le cose possano seriamente cambiare, perchè ad oggi le politiche sulla mobilità ciclistica in città sono inesistenti e quelle sulla mobilità sostenibile non sono minimamente percepibili.
 

lunedì 2 maggio 2016

Domenica 08/05/2016 arriva Bimbimbici

La più importante campagna di promozione della mobilità sostenibile destinata ai bambini arriva lenta e puntuale. Ci vediamo giorno 08/05/2016 a Macchitella, nel piazzale antistante l'Istituto Suor Teresa Valsè, alle ore 10,30, per parlare di Mobilità Sostenibile ai bambini e ai genitori, per rivendicare spazi per la mobilità e per pedalare liberi ed in gruppo, cercando di ritrovare il contatto con il mondo che ci circonda.
Sarà una pedalata facile facile, tutti insieme, soprattutto i bambini e, soprattutto i genitori e, soprattutto la famiglia, insomma, il gruppo, la comunità. 
Attraverseremo Macchitella lungo la pista ciclabile e avremo occasione di parlare di mobilità sostenibile Un momento di protesta e di condivisione, per riprenderci quello spazio pubblico che ogni giorno ci viene rubato.
Sembrerà assurdo,  non ce ne rendiamo neanche conto. Ci rifiutiamo di accompagnare i nostri figli a scuola in bici o a piedi, perchè c'è troppo traffico, mentre siamo noi stessi a generare il traffico delle auto e a mettere a repentaglio la salute dei nostri bambini.
Giorno otto chiederemo al Sindaco di chiudere il traffico veicolare motorizzato davanti le scuole negli orari di ingresso e di uscita e firmeremo un documento con cui impegnamo l'amministrazione, il consiglio comunale e i dirigenti scolastici a porre in essere atti concreti per garantire la mobilità sostenibile a Gela.
Bimbimbici non è solo pedalare insieme, ma è impegno civile per la mobilità
Ci vediamo tutti insieme giorno 08/05/2016.

martedì 26 aprile 2016

Rifiuti ingombranti: Come azzerare il turismo

Siamo legati alla mobilità, ed il turismo lento, il bellissimo cicloturismo, rappresenta una delle forme più belle di mobilità dolce.
Domenica scorsa, il 24 Aprile, abbiamo organizzato l'ennesimo appuntamento del Cicogna Bike. Un percorso cicloturistico che ormai conoscono in molti e che tanta gente viene ad ammirare da fuori Gela.
E questa è la questione.
Il ciloturismo muove l'economia, letteralmente genera un indotto economico certo e positivo nelle aree dove le amministrazoni hanno avuto il coraggio di promuoverlo. 
Qualche anno fa la provincia di Caltanissetta, grazie ad un finanziamento europeo, ha sviluppato un percorso cicloturistico lungo tutta la direttrice meridionale della Sicilia, il Med in Bike - Sibit. Un itinerario cicloturistico che corre in via principale da Siracusa a Trapani (e viceversa) con una serie di diramazioni interne. L'itinerario è mappato on line e segnalato con una cartellonistica dedicata. 
Anche Gela, per sua fortuna geografica, si è trovata ricompresa in questo meraviglioso itinerario cicloturistico.
FIab Gela Nanocicli (che saremmo noi) ha subito organizzato una serie di escrursioni cicloturistiche lungo questo itinerario, consapevole del fatto che la valorizzazione del nostro territorio sia la prima via per lo sviluppo economico dello stesso.
Anche domenica abbiamo pedalato a lungo, con cicloturisti che arrivavano da ogni parte della Sicilia.
Eppure, nella Piana con il più alto numero di coppie ndificanti di cicogna bianca nel sud Europa, ci siamo dovuti sorbire i cumuli incontrollati di rifiuti che devastano i nostri beni ed ammorbano l'aria.
Rifiuti ingombranti sotto tutti i punti di vista, segnalati a ridosso del Castelluccio federiciano, della splendida presa cinquecentesca della Grotticelle. Rifiuti a ridosso dell'ingresso  della città, in zona Settefarine, sulla diramazione nord del percorso cicloturistico. 
Rifiuti onnipresenti nel degrado assoluto. 
Il nostro territorio è meraviglioso, ma serve un impegno strutturato per recuperare il valore aggiunto che abbiamo nella nostra terra. Che sarà pure solare e ricca di spiagge, ma anche colma di ingombrante monnezza (in senso lato).

giovedì 21 aprile 2016

Il Santo Agostino e lo spazio assassinato

Da tempo parliamo di spazio pubblico come luogo di sviluppo della socialità, come occasione di crescita economica nella città del futuro.
Le analisi europee ci dicono che la restituzione dello spazio pubblico ai cittadini è la prima forma di incremento dell'economia di una città. Con riscontri positivi sia in termini di valore degli immobili, sia in termini di crescita dell'economia commerciale di quartiere.
Quest'ottica richiede provvedimenti concreti, come la pedonalizzazione di intere aree cittadine o l'attuazione di provvedimenti di "traffic calming" volgarmente traducibile in riduzione del traffico e suo rallentamento.
Appare chiaro che l'istituzione di aree di questo tipo non serve a nulla se la norma non viene fatta rispettare.
Un esempio pratico è possibile riscontrarlo in questa immagine scattata a Gela pochi giorni fa.
Area pedonale di Piazza S.Agostino
Siamo in piazza S.Agostino, nell'area interamente pedonalizzata (si fa per dire) antistante la chiesa omonima e a fianco del teatro comunale.
In questo caso lo spazio pubblico recuperato con l'istituzione dell'area assolve alla duplice funzione di convivialità e sicurezza.
Ancor più importante il ruolo che questo spazio viene ad avere in occasione di eventi a carattere aggregante, come può essere una messa per la chiesa o uno spettacolo per il teatro.
In questo caso lo spazio è fondamentale per accogliere la gente, per fare vivere le strutture di riferimento, per consentire agli utenti deboli della strada di muoversi in sicurezza.
Invece si verifica l'esatto contrario. 
Capita assai spesso, proprio in piazza S.Agostino, che un veicolo della polizia municipale stazioni solitario nell'area pedonale deserta, proprio quando non c'è nessuno, niente messe o spettacoli, niente persone, niente vita.
Quando invece il teatro spalanca le sue porte, come nell'occasione dell'immagine pubblicata, e la vita si anima, l'intero spazio è inghiottito dalle auto. Le persone non sanno come muoversi e i bambini si perdono nel terrore delle lamiere. Della Polizia Municipale si perdono le tracce.
Questa è la sconfitta dello spazio pubblico, il segnale più alto del degrado istituzionale.
Vogliamo credere che questa amministrazione possa cambiare le cose, ma finora la situazione sembra davvero drammatica, con buona pace dello spazio pubblico e di Sant'Agostino

Lo spazio condiviso ed il nostro futuro

lunedì 18 aprile 2016

In bici cercando le cicogne

Domenica 24 Aprile Fiab Gela Nanocicli organizza il Cicogna Bike. Una giornata cicloturistica lungo gli
Alcuni nidi di Cicogna Bianca lungo il percorso dell'escursione
itineratri a basso traffico della Piana di Gela.
Un percorso meraviglioso che partendo dalla città di Gela permette di raggiungere il cuore orientale della Piana e di visitare l'area di nidificazione della Cicogna Bianca, la più grande area d'Europa.
Pedaleremo insieme lungo l'itinerario Bicictalia - Eurovelo - MedinBike, denominato ciclovia dei capi Geloi. Nel profondo sud d'Europa, al confine estremo del continente. Tra vecchi castelli medievali, roccaforti della seconda guerra mondiale, dighe cinquecentesche e distese di campi coltivati ci avvicneremo al ritmo lento delle pedivelle ai nidi enormi della cicogna bianca, per osservare la bellezza unica di questo splendido volatile da leggenda, grazie al prezioso aiuto dei volontari della sezione LIPU di Niscemi.
Note tecniche
La pedalata è di difficoltà media
Il passo sarà lento ma i chilometri e qulache salita la rendono adatta a chi ha un minimo di abitudine a pedalare.
E' sconsigliata a chi non pedala regolarmente ed ai bambini.
Da portare con se un'adeguata riserva d'acqua e qualcosa da mangiare.
Si consiglia fortemente l'uso del caschetto di protezione
Bici consigliata: Trekking Bike - Mountain Bike

Programma:
Ore 8,30 – Raduno dei partecipanti in bicicletta presso il piazzale antistante la stazione ferroviaria di Gela
Ore 9,00 – Partenza
Ore 10,30 – Arrivo presso il Castelluccio Federiciano
Ore 11,00 – Passaggio dall’antica diga cinquecentesca detta Presa Grotticelle
Ore 12,15 – Osservazione Cicogna Bianca e nidi “ la colonia più grande d’Italia” incontro con i volontari LIPU sez. Niscemi e rientro attraverso la piana di Gela con illustrazione degli eventi 
Ore 13,30 Arrivo a Gela

Per info e contatti potete scrivere a fiabgela@gmail.com 

giovedì 14 aprile 2016

La mobilità nuova è contro le trivelle: noi votiamo SI

Pensare alla mobilità come un elemento distaccato dalle politiche energetiche è qualcosa di assolutamente miope.
Scegliere di cambiare le politiche sulla mobilità significa intervenire in maniera decisa sulle politiche energetiche del paese. 
Dal sindaco al governatore regionale, passando dal presidente del consiglio per arrivare agli accordi europei, la visione delle scelte energetiche deve essere complessiva, non potendosi limitare ad una lettura a compartimenti stagni.
Fiab Onlus oggi è fortemente contraria alle trivelle e si pone a favore dello sfruttamento delle fonti rinnovabili.
Questa scelta è frutto della vocazione e del lavoro della Fiab, che punta a modificare il complesso normativo e comportamentale che individua nella gestione degli spostamenti e degli spazi il vettore auto privata come unica soluzione possibile.
Pensare a poitiche attive di Traffic Calming, a normative volte a determinare un maggiore guadagno di spazio pubblico, a scelte programmatiche di sviluppo della rete del Trasporto pubblico in danno del trasporto individuale privato a motore, pensare a tutto questo significa pensare ad un futuro lontano dall'uso delle fonti fossili.
Queste politiche si realizzano con una visione chiara che modifichi le previsioni del Codice della Strada, che incentivi la produzione di mezzi per il Trasporto Pubblico, che disincetivi il trasporto su gomma a favore di quello su rotaia. 
Non basta dire semplicemente che non si vogliono le fonti fossili. Quello che serve è ricercare una strada nuova per la gestione della comunità e del paese. Ad ogni livello.
Per questo Fiab è contro le trivelle, per questo FIab invita a votare SI il 17 Aprile 2016.

sabato 12 marzo 2016

Annullamento Escursione 13/03 in collaborazione con FIab Vittoria

L'escursione di domani, organizzata da Fiab Vittoria - Ippari Bike, è stata annulata per problemi tecnici interni all'associazione organizzatrice.

mercoledì 24 febbraio 2016

Il 28 febbraio c'è #pedalaincittà

Come sempre, come al solito, come tutte le volte in cui chi cerca una città diversa e una mobilità sostenibile si riunisce, domenica 28 sarà una festa urbana del movimento lento.
Ci ritroviamo per #pedalaincittà, che è ormai un marchio di fabbrica, il segnale univoco per chi chiede che gli spazi urbani dedicati alla mobilità dolce siano rivisti e migliorati.
L'appuntamento segue le solite regole, un'adunanza che più politica non si può, nel senso di azione politica collettiva per la mobilità.
Ci vediamo tutti in bici, ai muretti di Macchitella, per percorrere le strade di Gela in gruppo. Per riunirci e pedalare insieme, per dire che la bici è un MEZZO DI TRASPORTO e non un giocattolo. 
Ci incontriamo per cambiare una cultura che vuole la passeggiata in auto come un dovere collettivo abberrante.

Sarà una pedalata semplice per le vie urbane, con un percorso pianeggiante, tutti insieme per un paio d'ore. 
Venite come vi pare, con la bici tecnica o con la graziella, con il completino in lycra o in pigiama, fate voi, l'importante è che seguiate lo spirito del pedalare lento, quasi con il caffè in mano.
A chi cerca le gare, come al solito diciamo di rimanere a casa.

Portate i bambini piccoli nei seggiolini e quelli in grado di pedalare in strada sulle loro bici, niente bici con le rotelline, non ce la farebbero.

Appuntamento alle 10,00 ai muretti di Macchitella. 

Ci vediamo domenica prossima.

Per info scrivete a fiabgela@gmail.com

Fiab Gela Staff

giovedì 18 febbraio 2016

Il PIano della Mobilità? per la giunta è inutile

Mentre le pagine dei giornali locali sventolano ai quattro venti la notizia delle modifiche "illuminate" della giunta sulla mobilità, noi guardiamo esterrefatti a questa scelta. 
Fiab Gela aveva gratuitamente collaborato, assieme a tante altre associazioni, alla implementazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Gela. Finalmente la città iniziava un cammino serio per dotarsi di uno strumento imprescindibile per una città che cerca nuove strade di sviluppo.
Il Piano, oggi in attesa di completare l'iter di legge, è stato redatto da soggetti che per lavoro si occupano di pensare la mobilità delle città. Le soluzioni adottate nascono da uno studio attento e scientifico del territorio e dei flussi di traffico, proprio perchè in un campo come quello della mobilità ubana nulla può essere lasciato al caso.
L'amministrazione Messinese, appena insediata, si è trovata fra le mani questo importantissimo studio, dotato di soluzioni specifiche per tutti i settori. Ed invece di utilizzarlo ha deciso di disattenderlo sul trasporto pubblico locale, per inventarsi un sistema proprio.
Non critichiamo il sistema pensato dalla giunta, anche se ci piacerebbe avere i dati utilizzati per arrivare alla scelta fatta, quello che ci preme sottolineare è che cambiare in maniera radicale le linee del trasporto pubblico locale comporta un cambiamento delle abitudini dei cittadini, oltre che prevedere degli oneri finanziari a carico della collettività (costi per rifacimento segnaletica verticale ed orizzontale, risistemazione fermate, interventi strutturali sulle strade).
Sarebbe stata cosa logica ed illuminata decidere di sfruttare i dati e le soluzioni del PUMS, adeguandoli alle attuali potenzialità messe a disposizione da Ast.
In questo modo si poteva cominciare in via informale ad attuare il Piano, sapendo di fare investimenti, sociali ed economici, che in seguito non sarebbero stati disattesi.
Infatti, nel momento in cui si dovranno applicare le previsioni del Piano le scelte della giunta dovranno essere modificate, con buona pace dei costi sostenuti e delle abitudini dei cittadini, che dovranno adeguarsi all'ennesima nuova soluzione.
Non possiamo che valutare in maniera critica questa scelta, soprattutto perchè si dimostra di non volere utilizzare quegli strumenti importantissimi che questo Comune ha già messo in campo.
La mobilità è cosa importante e non un giochino da fare davanti al computer.

Fiab Gela Staff

venerdì 12 febbraio 2016

Chiariamo le cose: la pedalata assistita non è un ciclomotore elettrico

Si fa un gran parlare della bici elettrica o, come sarebbe più corretto dire, della bici a pedalata assistita. In realtà sono la stessa cosa, perchè a leggere bene la norma sempre di bici si tratta, mentre quando non vengono rispettati determinati limiti di legge siamo fuori dall'ambito della bicicletta e ci troviamo di fronte ad un motorino.
Ma cosa ci dice la norma?
L'art. 50, comma 1,  del Codice della Strada a modo suo è molto chiaro e recita così: " I velocipedi sono i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 KW la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare".

La Bici a Pedalata assistita
Partendo dal carattere arcaico traduciamo subito la definizione di velocipede in bicicletta, almeno ci capiamo meglio. Quello che salta agli occhi è una caratteristica
Bici a pedalata assistita conforme alla legge
immediata, ovvero sia la propulsione che muove la bici. Il Codice ce lo dice chiaramente: la bicicletta è tale quando si muove grazie alla spinta data dalle gambe di una persona che fanno forza sui pedali o simili strumenti (propulsione muscolare). E basta! 
Niente giri di parole, quando una bici si muove grazie ad una propulsione diversa è un ciclomotore.
Poi la legge fa un chiarimento, assolutamente dovuto, aggiungendo una nuova categoria di biciclette, quelle a pedalata assistita.
Queste biciclette vanno sempre a propulsione umana, sempre noi le dobbiamo spingere, solo che quando la velocità scende sotto i 25 km/h si attiva un piccolo motorino che ci aiuta (CI AIUTA) nella pedalata fino a riportarci a quella velocità. Raggiunta quella velocità il motore si spegne. E si spegne anche se smettiamo di pedalare. Insomma, rimangono delle biciclette solo che difronte a tratti in salita ci aiutano a ritornare ad una velocità di base. Il motore, infatti, non può superare la potenza di 0,25 KW e il mezzo non può mai andare, grazie al motorino elettrico, oltre i 25 km/h. Se volete superare quel limite ci dovete arrivare con la forza delle vostre gambe.

Questa limitazione è ovvia. Infatti le bici possono andare nelle aree pedonali, nelle ZTL e sulle piste ciclabili; non pagano il bollo e l'assicurazione; rendono sicuro il traffico degli utenti deboli della strada proprio perchè si muovono piano. 
Tutti gli altri mezzi che non rispettano queste caratteristiche non sono bici e pedalata assistita o elettriche, sono ciclomotori e devono sottostare ad una specifica immatricolazione, devono avere la targa e devono pagare il bollo e l'assicurazione.

Ciclomotori elettrici a pedali
Facciamo questa precisazione perchè negli ultimi tempi in tutte le città, inclusa la nostra Gela, circolano dei mezzi strani. Sembrano piccoli motorini, ma hanno i pedali, sono senza targa e vanno ben oltre i venticinque chilometri orari. Alcuni addirittura senza pedalare. Bene, sono tutti illegali.
Scooter a pedali non conforme all'art. 50 CdS
Questi mezzi nascono per circolare in aree private, sono proggettati per andare in giro nei grandi cantieri privati, nelle ville, nei campi da golf, in aree che non sono aperte al pubblico e che hanno accesso limitato e definito. Non possono circolare in strada, figuriamoci su una ciclabile, in una ztl o in un'area pedonale.
La spiegazione è semplice, superando i 25 km/h sono pericolosi per i pedoni e per gli altri ciclisti, quindi diventano mezzi in grado di arrecare danno.
Qui non c'entra l'inquinamento, lo spazio pubblico o l'ambiente, qui c'entra la sicurezza delle persone.

Purtroppo i rivenditori non sono chiari difronte a questa tipologia di veicoli e continuano a venderli a clienti spesso ignari, dicendo loro che sono mezzi con i quali possono circolare.

E' compito delle forze dell'ordine intervenire tempestivamente e sanzionare tutti coloro i quali utilizzano in spazi pubblici o aperti al pubblico questi mezzi elettrici abusivamente definiti come bici a pedalata assistita.

Per chi invece ha deciso di darsi alla mobilità nuova con una vera bici a pedalata assistita possiamo dire che ha fatto una grande scelta, soprattutto in città ricche di salite e dislivelli importanti. Quando andrà ad acquistare la bici però, vada da un rivenditore specializzato, si informi sulle caratteristiche tecniche e chieda di verificare che corrispondano a quelle previste dal codice della strada.

lunedì 8 febbraio 2016

Senza auto o camion, con l'energia collettiva

La mobilità urbana è il segno visibile della civiltà di un luogo, di una comunità. In maniera semplice possiamo dire che quando a circolare sono pedoni e biciclette, quando il mezzo pubblico ha superato ed eliminato gli spazi per il mezzo privato, si è raggiunta la costruzione di una città vivibile.

Costruirla significa realizzare un progetto che va ben oltre una postazione di bike sharing o un finto car sharing.
Significa avere intergralmente ripensato l'economia della città, partendo dalla persona, dalla salute e dallo spazio pubblico.

Prima di arrivare a definire quello che vogliamo dire serve comprendere una cosa, che non è ideologica, ma pratica. 
L'attuale impostazione dei trasporti in Europa vive un conflitto molto forte fra la prevalenza dell'uso del mezzo privato e del trasporto su gomma con la richiesta, ormai costante, di una nuova prevalenza, ovvero sia quella dell'uso del mezzo pubblico e del trasporto su rotaia sulle lunghe distanze.

In questo dibattito non entrano in gioco direttamente i combustibili. Se ci fate caso il rilievo non è al gas o al petrolio, ma al numero dei mezzi usati ed alle scelte trasportistiche da adottare. Le conseguenze sui combustibili sono indirette.

I mezzi usati in città
Nelle città abbiamo un flusso incontrollato di auto (a gas, elettriche, benzina o gasolio non importa) che producono danni alla vita (sic!). Ogni singola auto occupa spazio pubblico, richiede processi di manutenzione, produce inquinamento acustico, arreca danni ai bambini e agli anziani, impedisce lo sviluppo dei quartieri, vincolando i progettisti a pensare ampie aree per strade e parcheggi, che vengono sottratte alla persona. L'automobile è oggi un mezzo insostenibile.
Il progetto europeo delineato nel Libro Bianco dei Trasporti è semplice, disincentivare l'uso del mezzo privato ed incentivare quello del mezzo pubblico. Favorendo gli spostamenti a piedi o in bicicletta, con un maggiore uso dell'intermodalità.
Questo porterebbe a soluzioni urbane meno inquinanti che condurrebbero ad una economia diversa.
Riducendo nel contempo le emissioni che fanno male alla salute.
Ancora una volta il problema non è cosa alimenta i mezzi, ma il numero dei mezzi. Lo ripetiamo, le conseguenze sui combustibili utilizzati sono indirette.

I mezzi usati in ambito extraurbano
Si è soliti far passare lo sviluppo dal cosiddetto processo della logistica delle merci e delle persone. Tradotto in parole semplici: spostare le merci e le persone da un posto ad un altro.
Soffermiamoci sul piccolo paese di provincia che viviamo, Gela. Il cittadino, per arrivare in qualsiasi luogo che si trovi oltre i confini comunali è costretto ad utilizzare il mezzo privato (con le conseguenze che conosciamo). In alternativa, l'unico mezzo pubblico collettivo che si ha è il bus, la vecchia corriera degli anni cinquanta. Il treno non esiste.
Lo stesso discorso si sta facendo per la movimentazione delle merci, si continua a parlare di nuove strade e di implementare il trasporto su gomma oltre i trecento chilometri.
La soluzione più ovvia, a medio termine, sarebbe quella di puntare su una implementazione del trasporto su treno, con collegamenti rapidi con le grandi città, i porti e gli aeroporti. 
Significherebbe diminuire il numero dei mezzi privati circolanti con la implementazione del mezzo collettivo (treno).
Ecco che, per l'ennesima volta, il problema non è il combustibile, ma il mezzo utilizzato.

I combustibili e l'energia.
Dopo tanto parlare siamo arrivati a questi tanto vituperati combustibili.
Per comodità li possiamo dividere in due tipi Fossili o Rinnovabili
I fossili li conosciamo, sono il gas ed il petrolio. Inquinano e se qualcuno vi dice che non è così vi sta dicendo una grande bugia.
Le rinnovabili ormai sono diventate famose: il sole, il vento, il moto ondoso, l'acqua dei fiumi. Non inseriamo le bio masse, perchè possiamo considerarle rinnovabili solo in base al processo utilizzato, in alcuni casi inquinano e fanno danni più gravi dell'utilizzo delle fonti fossili.
Cambiare le abitutdini in ambito trasportistico incide anche sull'utilizzo di queste fonti. Sicuramente implementare il trasporto pubblico porta ad un minore utilizzo delle fonti energetiche e la cosa incide positivamente su tutto quello che ci circonda.
Certo che, poi, collettivizzare la produzione di energia dovrebbe essere la scelta del futuro. Perchè se posso produrre ed immettere in rete, come singolo cittadino, molta energia con un impianto domestico, milioni di impianti domestici realizzano una mega centrale diffusa ( ci si passi la contraddizione in termini). 
Qui torna in campo il pensiero dei veicoli elettrici. Difatti, l'elettrificazione del parco dei mezzi di trasporto collettivo comporterebbe la capacità di realizzare trasporti e produzione energetica ad impatto inferiore rispetto all'attuale sistema.
Molti mezzi pubblici, (cento persone su un autobus sono meglio di cento auto in giro) Molta logistica collettiva (cento container su un treno sono meglio di cento camion su strada) Un futuro diverso, che ci viene chiesto dalle scelte messe in campo dalle normative europee.

Il futuro passa per la mobilità cllettiva delle cose e delle persone, come un grande flusso sanguigno che porta in giro la vita. Se il sangue è pulito si vive, ma se è ricco di sostanze inquinanti si arriva alla morte.

Poi, se qualcuno, molto provinciale, è convinto che il futuro passi per la produzione irrisoria e di incerta destinazione, di gas da alghe o da rifiuti, ha proprio intrapreso la strada della fantiasienza a fumetti.

Fiab Gela 




giovedì 4 febbraio 2016

Nel nome dei figli

Lo stato della mobilità a Gela è drammatico. Il trasporto pubblico è praticamente inesistente, mentre altamente diffuso è l'uso del mezzo privato per qualsiasi tipo di spostamento. La città si lamenta dell'inquinamento derivante dal petrolchimico, ma nel frattempo i livelli inquinanti nell'aria in prossimità delle scuole e delle principali arterie cittadine sono elevati a causa dell'eccessivo numero di veicoli circolanti.
Non esiste spazio urbano e gli utenti deboli della strada (pedoni, bambini, anziani, disabili, ciclisti) sono assolutamente penalizzati, a causa della inesistenza, pressochè totale, di marciapiedi adeguati e della costante occupazione dello spazio pubblico da parte delle autovetture.
In questo quadro non idilliaco si inserisce la pessima condizione in cui versa la mobilità a ridosso delle scuole, siano esse dell'infanzia, primarie o secondarie. Auto parcheggiate ovunque, impossibilità di trovare uno spazio per camminare a piedi o in bicicletta e assenza di forze dell'ordine a ridosso dei cancelli di uscita. (In prossimità delle strisce pedonali qualche vigile appare).
Questa situazione è preoccupante ed entra in contrasto con la tutela della salute, sia degli adulti che dei bambini. 
Non ci metteremo qui a citare le diverse carte europpe che tutelano i diritti dei pedoni e, nello specifico, quelli dei bambini. Quello che vogliamo sottolineare è che un'amministrazione che abbia a cuore la tutela dei propri cittadini, soprattutto se bambini, agisce con mosse semplici ed immediate per proteggere i loro diritti
Lasciare che gli spazi educativi siano privi di tutele legate alla mobilità e alla salute significa abdicare al proprio ruolo.
Per questo motivo chiediamo all'amministrazione di intervenire tempestivamente affinchè istitutisca, con ordinanze specifiche, il blocco del traffico veicolare in prossimità delle scuole tutte nel periodo di entrata e di uscita dalle stesse, contestualmente chiediamo che si proceda alla regolamentazione ed incentivazione del servizio di trasporto pubblico proprio in prossimità degli orari di ingresso e uscita delle scuole e con riferimento alle zone scolastiche.
Questo a nostro modo di vedere è l'unico modo per tutelare la salute e la sicurezza di grandi e mbambini.
Sempre e comunque nel nome dei nostri figli.
 FIab Gela Staff