martedì 31 marzo 2015

Il nostro disastro urbano, la città discarica.

Mentre la città si avvicina alle elezioni, i partiti politici si danno battaglia per accaparrarsi voti come fossero sacchi di patate, senza delineare soluzioni destinate allo sviluppo della città. 
Vogliamo limitarci ad un'analisi destinata al nostro settore, che, paradossalmente, riesce a comprendere moltissimi aspetti della vita cittadina. Niente pretese particolari, ma la semplice consapevolezza che da qualunque lato la si voglia guardare, la situazione è drammatica.

La città è allo sbando, con un'espressione urbana che soffoca qualunque livello di sostenibilità, sia ambientale che sociale. Una definizione, questa, che potrebbe apparire estrema, se non fosse che, al contrario, risulta incapace di descrivere quello che abbiamo attorno.

Le forme di viabilità sono abbandonate e non gestite, inclusi i livelli infrastrutturali. Sono state realizzate rotatorie al centro dei vecchi incroci, senza che si rispettassero i principi basilari della loro costruzione, limitandosi a mettere una goccia o un cerchio di cemento al centro di una intersezione, così incrementando il pericolo per qualunque utente non motorizzato, dal pedone al ciclista. Quelle rotatorie fasulle sono uno dei più grandi pericoli per gli utenti deboli della strada.

Una città moderna, che rispecchia la scelta di evolversi, destina buona parte della sua ricchezza a rendersi bella. Di una bellezza utile, funzionale, che si traduce in atti di concreto sviluppo. La viabilità, le piazze, le strade, i quartieri, gli spazi pubblici, sono l'immagine finale di un luogo che è in salute. 
Gela è un malato terminale.

Qualunque opera o progetto rappresenta un intervento temporaneo e mal fatto: marciapiedi inesistenti; passaggi per disabili assenti o mal progettati; attraversamenti pedonali assolutamente inadeguati; gestione della viabilità non motorizzata assente; trasporto pubblico pessimo; uso inadeguato o assente della polizia municipale.
Appare paradossale l'incapacità di pensare la città come un grande sistema, che richieda una gestione complessiva delle cose, mirata all'ottenimento della moderazione del traffico, che permetta di aumentare negli anni il livello di vivibilità urbana, con ripercussioni di carattere economico incalcolabili.
Invece si continua a dire, lo fa questa amministrazione, che si è fatto un marciapiede, si è illuminata una via, si realizza un misero troncone infinitesimale di lungomare, si fa un muro di contenimento di duecento metri. 
Queste opere sono saldature malfatte, cicatrici che peggiorano un sistema provvisorio.

Pensate al vestito improbabile di un clown, all'abito mille toppe di arlecchino, buono per uno scherzo carnevalesco. Questo rappresentano gli interventi estemporanei e mal collegati, le opere frutto del genio illogico di un tecnico che ha deciso di piazzare una strada qui e un nuovo lampione lì.

Una città richiede un progetto unico: non posso pensare le piazze se dimentico il loro valore sociale di aggregazione. Questo spinge a realizzare un sistema di viabilità che valorizzi gli spostamenti senza auto e favorisca il trasporto pubblico, l'uso della bici o gli spostamenti a piedi; da questo discende una rivisitazione complessiva dei quartieri, studiati non più per le auto, ma per la gente, con marciapiedi grandi, aree giochi diffuse; moltiplicazione delle aree pedonali e delle zone a traffico limitato. 
Queste cose non richiedono interventi strutturali di grande costo, ma sono realizzabili con una intelligente gestione della spesa pubblica. Paradossalmente costa molto di più un'opera come il nuovo rifacimento del lungomare, di per sè inutile, visto che è un brandello nel complesso viario, piuttosto che uno studio di riadattamento in chiave di vivibilità urbana del centro storico.

Gela è un disastro urbano che danneggia tutti quanti, quasi una città discarica, dove ogni cosa ha una collocazione improvvisata e casuale.

Questa amministrazione ha dimostrato, fino ad ora, di non volere migliorare la mobilità e la conseguente vivibilità della città. Ha dimostrato di volere che questa città sia brutta, orribile, impresentabile ed invivibile, nessun segno opposto è venuto da chi finora ci ha amministrato.

Fiab Gela chiede un cambiamento di rotta, una modifica decisa dell'impostazione politica sul tema della mobilità e della vivibilità urbana. Senza questo cambiamento di rotta non ci potrà essere alcuno sviluppo per Gela.

Non ci piace vivere in un luogo così, noi vogliamo una città più bella e vivibile, tenetevi le opere buttate in giro come dadi lanciati a casaccio e dateci un progetto vero per lo sviluppo.