sabato 11 aprile 2020

Il Covid 19 si muove in automobile?

L'emergenza da Covid 19 sembra avere cambiato le nostre abitudini, ma il termine cambiamento potrebbe non essere corretto. Perchè una cosa è modificare il proprio comportamento, variare le azioni quotidiane, mutarle per produrre degli effetti nuovi e diversi, altra cosa è essere costretti a bloccare le nostre azioni, paralizzati in una prigione non voluta e non compresa fino in fondo.
Questa distinzione è fondamentale per riuscire a valutare quello che succederà davvero quando questa "crisi" sarà alle spalle. 
Torneremo indietro o agiremo in maniera nuova?
Una cosa sembra certa, la causa di tutto questo siamo noi stessi e, quindi, possiamo anche essere la soluzione.
Inquinamento Pianura Padana Marzo 2020 (Fonte ESA)
La Fiab si è sempre occupata di mobilità sostenibile, collegando a questo concetto una serie di inevitabili ricadute riconducibili in generale alla sostenibilità ambientale. 
Per questo motivo non possiamo sottrarci, dopo più di un mese di quarantena forzata, dall'analizzare i fatti, quello che sta accadendo intorno a noi e le valutazioni che vengono fatte rispetto al tema dell'ambiente.

La qualità dell'aria migliora.
Un elemento salta subito all'attenzione, con la forza delle cose che sembrano esserci da sempre, ma che non abbiamo mai voluto guardare: l'aria che respiriamo nelle nostre città, nei luoghi in cui viviamo, solitamente pessima, a seguito del blocco forzato della mobilità delle persone è migliorata in maniera netta.
A dirlo è l'ESA, l'Agenzia Spaziale Europea, che conferma come a Marzo la qualità dell'aria in Italia sia drasticamente migliorata, con particolare evidenza in zone altamente critiche come la Pianura Padana, cosa che però non è confinata solo a quell'area. 
Un risultato incredibile se pensiamo che deriva dal blocco del nostro modo di muoverci. 
Ci hanno impedito di uscire di casa e noi non abbiamo preso l'auto, di conseguenza non circolano mezzi per le strade, se non per necessità reali, e questo, tra gli altri, ha abbattuto i livelli di Diossido di Azoto, un gas devastante per la salute.
In questa storia si inseriscono una serie di riflessioni importanti, che la politica dovrebbe cogliere per potere costruire una comunità migliore, ma che anche i singoli dovrebbero riuscire a percepire per rendere più sicuro l'ambiente in cui viviamo.
Per avviare queste riflessioni vogliamo partire da un evento: la condanna di ENI da parte dell'Antitrust per pubblicità ingannevole

Il Green Diesel che non è verde per niente.
Nel Gennaio del 2020 l'autorità Antitrust ha sanzionato l'ENI perchè, a dire dell'Autorità, avrebbe ingannato i consumatori facendo loro credere che il Green diesel fosse un carburante amico dell'ambiente, quando invece si tratterebbe di un normale gasolio per autotrazione addizionato con una minima componente di origine vegetale.
La politica comunicativa messa in campo dalla compagnia potrebbe essere letta in questa semplice chiave: continuare ad utilizzare senza limiti l'automobile perchè adesso è stato creato un carburante amico dell'ambiente.
Purtroppo questa politica non corrisponderebbe a verità, come affermato dall'Antirust e confermato dalla semplice analisi del "Green" diesel che, come detto, altro non sarebbe se non semplice combustibile fossile addizionato in minima percentuale con componente vegetale.
La questione, in questi giorni, diventa fondamentale, perchè ci pone difronte ad una scelta necessaria: vivere in città sane, in comunità vivibili e sostenibili sotto il profilo della salute, oppure continuare a peggiorare la situazione.
Dal mese di Gennaio 2020 sembrano passati anni e gli eventi hanno travolto un modo di pensare la società a livello mondiale, cosa che è stata percepita subito da chi investe nel petrolio e si arricchisce con il suo consumo. Il prezzo del petrolio è crollato e questo porta a situazioni pessime per i petrolieri, che hanno molto greggio nei serbatoi e non sanno a chi darlo, con costi non sostenibili.
E se non sanno a chi darlo è perchè ne è diminuito drasticamente il consumo.
Un calo che è sicuramente collegato al blocco delle auto, cosa che per parte italiana possiamo dedurre dal fatto che la maggior parte del carburante collegata al petrolio è destinato all'autotrazione, mentre l'energia elettrica trova la sua prevalente fonte di approvvigionamento da Gas e Fonti Rinnovabili, come confermato dalle analisi dei grafici di produzione e consumo.
Quindi, meno auto, meno combustione, meno inquinamento, con buona pace della campagna pubblicitaria del "Green" diesel.


La pandemia e l'inquinamento
Dal quadro tracciato, con voluta semplicità, emerge una questione non secondaria: che rapporto c'è tra la pandemia da Covid 19 e gli alti livelli di inquinamento?
In questo ultimo periodo a livello scientifico si è molto discusso sulla questione e, volendo fare una sintesi estrema e brutale, appare assai probabile la sussistenza di un collegamento evidente fra il propagarsi del Covid 19 e gli alti livelli di inquinamento presenti nell'aria, come evidenziato da uno studio pubblicato da tre ricercatori italiani

Una conclusione evidente
Se prendiamo come riferimento i punti richiamati sopra possiamo elaborare una semplice ma evidente conclusione: l'automobile che circola consuma carburante bruciando gasolio, così immette microparticelle nell'atmosfera, generando una massa di inquinanti tale da determinare una probabile situazione favorevole alla diffusione delle malattie respiratorie e delle epidemie.

Il momento delle scelte
A questo punto appaiono obbligate delle scelte politiche importanti, non solo a livello centrale, ma anche locale, con l'applicazione di quel sistema di norme poste a tutela della salute pubblica e già contenute nel vigente Codice della Strada, ma anche con l'approvazione di nuove previsioni che rendano ancora più marcato l'approccio verso una mobilità che rinunci all'autotrazione privata e si spinga verso forme di mobilità pubblica condivisa e collettiva, verso la restituzione dello spazio pubblico alle persone, verso l'incentivazione all'uso della bicicletta quale mezzo di trasporto individuale negli spostamenti urbani, verso politiche che favoriscano l'intermodalità e disincentivino in maniera drastica l'uso dell'auto privata.
Sono scelte fondamentali che oggi appaiono irrinunciabili. 
Sono scelte che devono essere fatte per le persone ed in danno di tutte  quelle lobby che da anni fanno pressione affinché non si mettano in campo politiche di sostenibilità ambientale nell'ambito della mobilità.
Questo tema ci viene sbattuto in faccia come un pugno durissimo dalla pandemia, fatta di morti e limitazioni alle nostre libertà. Ci viene tirato addosso senza filtro e mostra come le politiche sulla mobilità attuate, a livello nazionale e locale, siano state finora sbagliate.
L'immagine pubblicata dall'Agenzia Spaziale Europea che mostra come l'Italia dopo poche settimane di blocco sia libera quasi totalmente dall'inquinamento è incredibile, ma ancora più forte è quella della catena dell'Himalaya, che dopo oltre trent'anni è tornata visibile da centinaia di chilometri di distanze grazie al dissolversi della cappa inquinante generato dal blocco legato al contrasto della pandemia.
Stiamo vivendo la nostra rivoluzione epocale e nessuno di noi oggi può e deve sottrarsi a scelte fondamentali per il nostro futuro.

Simone Morgana
Presidente Fiab Gela

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