martedì 29 gennaio 2019

Bambini in pericolo e adulti soddisfatti

Abbiamo segnalato al Comune, in diverse occasioni, la drammatica situazione della mobilità in prossimità degli istituti scolastici. Ad oggi, la situazione non è minimamente cambiata, con una decisa rinuncia alla tutela della salute da parte dell'Ente e di chi lo governa. Il nostro Codice della Strada parla espressamente di tutela della persona e specifica come ciclisti e pedoni siano utenti deboli della strada. In quest'ottica le amministrazioni comunali hanno il potere di limitare la circolazione del traffico veicolare a motore per ragioni di tutela della salute, questa la previsione dell'art. 7 comma 9 del CdS. Purtroppo questa scelta continua a non essere fatta e, per fare un mero esempio, ad oggi le emissioni derivanti dagli scarichi delle auto elevano oltre qualunque limite di legge gli inquinanti in prossimità delle scuole.
Se questo, tra l'altro, è il primo problema, il secondo è dato dalla totale ed indiscriminata occupazione dello spazio pubblico a disposizione degli utenti deboli della strada, spazio che oggi è al servizio dell'automobile, con la evidente impossibilità di movimento da parte dei bambini e, di conseguenza, dei genitori. Tutti impossibilitati a trovare spazi utili per muoversi a causa della sosta selvaggia e dell'occupazione, più o meno abusiva, di molti spazi destinati all'uso della persona e non dell'automobile, anche questo in violazione di principi di legge.
In questa paradossale e pericolosissima situazione il circolo vizioso si alimenta sempre di più, con la scelta dell'auto quale unico mezzo per il movimento, anche per il timore di utilizzare altre forme di mobilità (bici o pedonale), appunto per la presenza di troppe auto.
In questo contesto drammatico ci sentiamo di fare un appello non solo all'amministrazione, affinchè intervenga secondo per contrastare il fenomeno, nel chiaro rispetto delle previsioni di legge, ma anche ai dirigenti scolastici, affinchè promuovano azioni concrete per limitare la mobilità veicolare attorno alle scuole in coincidenza degli orari di ingresso e di uscita.
Lo spazio delle persone non può essere svenduto.
Una città si costruisce innanzitutto consentendo la libera mobilità dei suoi abitanti e non delle sue automobili.
Fiab Gela  

venerdì 25 gennaio 2019

Investimenti utili per il futuro: il turismo in bici è economia

Gela

Ascoltare analisi economiche dei territori è spesso noioso, soprattutto per chi non mastica numeri e dati con facilità. Eppure, quando si parla di turismo in bicicletta, negli ultimi anni l'attenzione cresce immediatamente, oltre alle percentuali di sviluppo economico dei territori interessati.
I dati forniti dall'Ente Nazionale del Turismo parlano chiaro, il cicloturismo genera un fatturato complessivo annuo in Italia di 3,2 miliardi di euro. Un fatturato che ricade direttamente sui territori e non viene dilapidato all'interno dei bilanci delle grandi multinazionali. Cosa vuol dire questo? che a beneficiarne sono direttamente le persone che abitano e forniscono servizi in quelle località dove i cicloturisti scelgono di andare. 
Oggi il turismo in bicicletta rappresenta un sistema complesso di sviluppo del territorio, che non porta benefici solamente a chi in maniera diretta si trova in contatto con il cicloturista (albergatori, ciclofficine, ristoratori). Il cicloturismo genera crescita anche sotto il profilo dell'impatto indiretto sui luoghi e sulle loro economie.
Per questa ragione gli investimenti specifici in questo settore creano un volano di crescita generale. Il turista in bicicletta, così come il tour operator che punta sull'organizzazione di questi viaggi: 
  • richiede l'esistenza di infrastrutture utili e funzionanti, dalle ciclovie alle ferrovie; 
  • cerca un rapporto con i territori e la loro vocazione, dagli agriturismi ai coltivatori che producono beni locali; 
  • spinge le aziende ad innovare in ambito ambientale, dalla tutela dei corsi d'acqua ad una più efficiente gestione del ciclo dei rifiuti; 
  • esalta la tutela dei beni archeologici e la riscoperta delle aree naturalistiche.
Questo perchè il cicloturismo lega diversi aspetti della filiera turistica e permette di costruire un progetto di crescita della comunità che non si limita a creare un parco giochi in funzione del visitatore, ma fa crescere l'intero territorio, una crescita di cui possono beneficiare, prima di tutto, gli stessi componenti della comunità.
I numeri forniti dall'Enit parlano chiaro e siamo convinti che questa debba essere una delle chiavi di sviluppo della nostra città.
Gela, per sua fortuna, è stata inserita nell'ambito del sistema nazionale delle ciclovie turistiche, concretizzatosi normativamente con la Legge 2/2018. Il nostro territorio è già inserito nel contesto della ciclovia internazionale Sibit e ha un diretto collegamento con l'itinerario europeo Eurovelo. 
La Piana di Gela si sviluppa in maniera funzionale alla crescita di questo settore, permettendo al settore agricolo, ma anche a quello industriale, di crescere in sintonia con questa tipologia di turismo.
Quello che serve è avviare un sistema che porti alla crescita del cicloturismo con adeguate politiche di sviluppo, semplici da applicare, ma che possono portare benefici incredibili.
Lo sviluppo del cicloturismo non significa solo bicicletta, significa crescita economica intelligente, potendo sfruttare con forza gli spunti che derivano dallo stesso Piano di Gestione Rete Natura 2000, altro strumento fondamentale per la crescita della città.
Fiab Gela continua a lavorare con questo obiettivo, sollecitando le istituzioni e i cittadini alla comprensione ed alla conoscenza di nuovi canali di crescita che permettano al territorio di scoprire una vocazione forte per il futuro.


venerdì 11 gennaio 2019

L'auto elettrica ci riporta 30 anni indietro

Piazza del Plebiscito quando era un parcheggio.
Dal Movimento Cinque Stelle non ci saremmo aspettati un provvedimento come quello inserito all'art. 1, comma 103 della Legge di bilancio 2019. La scelta politica, inizialmente, è stata quella di consentire l'accesso nelle aree pedonali e nelle ztl ai veicoli elettrici e ibridi. In pratica un balzo indietro di oltre trent'anni. Con le auto ibride o elettriche che tornavano ad invadere quelle piazze e quelle strade che negli anni, grazie anche al costante lavoro di Fiab, siamo riusciti a liberare dall'oppressione delle lamiere, restituendole alla socialità e alle persone.
Montata la protesta, il Governo ha fatto un passo indietro, eliminando le auto ibride dalla previsione di accesso, ma lasciando inalterato il resto. In pratica, possono accedere alle aree pedonali e alle ztl i veicoli elettrici. Una sorta di toppa che, in fondo, pare peggio del buco. A questo punto è subito venuta fuori la chiave interpretativa data dal Governo alla norma. Si sostiene che il testo letterale della norma reciti questo: "9-bis. Nel delimitare le zone di cui al comma 9 i comuni consentono, in ogni caso, l'accesso libero a tali zone ai veicoli a propulsione elettrica"
Nel testo si parla di zone e non di aree, quindi, il riferimento è alle ZTL e non alle Aree Pedonali.
Anche volendo accettare tale tesi, la formulazione infelice della norma sembra strutturata in modo tale da creare forti contrasti interpretativi, che non vogliamo qui sollevare, ma che pongono una questione non indifferente: perchè creare questi dubbi quando il vero problema non è la circolazione delle auto elettriche nelle ZTL?
La conquista di civiltà che si è ottenuta con le limitazioni del traffico non è legata solo alla riduzione delle emissioni, siano esse legate ai gas o al rumore, la vera conquista è legata alla restituzione dello spazio pubblico alle persone, il recupero della originaria funzione sociale degli spazi urbani, negata dalla crescita spropositata e incontrollata del numero di autovetture circolanti.
Scegliere di ingolfare le ZTL (a volere accettare l'interpretazione del Governo) di auto elettriche, equivale a riportare le condizioni sociali indietro di trent'anni.
La lettura della città e delle sue problematiche non può essere autocentrica, ma deve riportare le persone al centro delle valutazioni normative e organizzative.
Possiamo ben dire che il comma 103 dell'art. 1 della Legge di Bilancio 2019 contrasta con tutto il complesso di norme che vogliono tutelare le persone e l'ambiente in cui vivono, inclusi i timidi principi generali che troviamo all'interno del Codice della Strada.
Vogliamo sperare che questo Governo del cambiamento faccia davvero scelte rivoluzionarie nel campo della mobilità e della vivibilità urbana, e non si limiti a semplici proclami normativi.

Fiab Gela.