lunedì 1 febbraio 2016

Dateci risposte, ora, adesso, subito!

Gela adesso, una fotografia: il mare brilla di un blu intenso, con il sole che acceca gli occhi mentre scivola verso il tramonto. Il traffico si muove lento nelle vie del centro; si accalca invadente a nord della città, su quella via Venezia che è circonvallazione e trincea allo stesso tempo; si snoda sinuoso e puzzolente sotto il naso dei pedoni ignorati e dei ciclisti inconsapevoli.
Gela, fotografia di una mobilità disattesa, di una vivibilità seppellita.
Lo sappiamo, il petrolchimico chiude inesorabilmente, la disoccupazione viaggia a livelli mai visti, gli investimenti non arrivano, l'inquinamento è sempre più una cosa certa, la politica scarseggia in soluzioni.
Lo sappiamo. Sembra quasi che parlare di vivibilità urbana sia una cosa inutile. Cosa mai veniamo a raccontare a persone che non riescono a sbarcare il lunario. Cosa mai raccontiamo a noi stessi.
Cosa mai raccontiamo se non la vita quotidiana.
Adesso e sempre la vita di tutti i giorni in una città normale. Perchè quando varchiamo la soglia del nostro confine cittadino scopriamo che all'estero o anche nel nostro paese Italia ci sono luoghi dove ci piacerebbe vivere, dove vorremmo far crescere i nostri figli e noi stessi invecchiare. Luoghi così belli che ci piacerebbe viverci dentro.
Luoghi che non sono Gela.
Ecco allora che alziamo la voce, noi di Fiab Gela. Alziamo la voce tutti quanti, persone prima ancora che ciclisti. Persone con figli al seguito, persone che chiedono un diritto.
Un negoziante una volta ci disse, guardate che questa mica è Bolzano, scordatevi le Ztl e le aree pedonali, qui vogliamo le auto fin dentro i negozi. 
Auto fin dentro i negozi, auto negli ospedali e nelle piazze, auto dentro casa e nei nostri letti. Fumi di scarico e lamiere nei salotti di casa nostra. Un luogo dell'auto che non ha nulla per vivere. 
Questo non lo accettiamo.
Chiediamo ora, subito, immediatamente, chiediamo alla politica e all'amministrazione che fine ha fatto il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e chiediamo loro che fine ha fatto il trasporto pubblico. 
Noi tutti lo chiediamo e rivendichiamo spazio per vivere, per uscire dall'emergenza eterna, per essere città normale mentre ci costringono ad essere città in guerra ed in emergenza. Basta emergenza, serve normalità.
Chiediamo questo e vogliamo risposte, ora, adesso, subito.
 

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