giovedì 18 ottobre 2018

Negare lo spazio pubblico e mortificare la persona

Sosta selvaggia in centro storico a Gela
La fine del governo politico della città di Gela ha lasciato in dono una moltitudine di criticità nel campo della mobilità e della gestione dello spazio pubblico. In molti, come al solito, solleveranno la questione del "benaltrismo" per ricordarci che i problemi di Gela sono altri e non certo la gestione di qualche auto e di pochi parcheggi. Ma noi dissentiamo e, come spesso abbiamo ricordato, riteniamo che questo sia un serio problema sociale, con gravi ed incontrollate ricadute economiche. Volendo esagerare, senza alcun timore di dire una cosa sbagliata,  è giusto dire che siamo arrivati ad una vera e propria violazione dei diritti delle persone.
Gela città di mare; Gela città industriale; Gela città greca; Gela medievale, Gela agricola, artigianale e fantasiosa; Gela tante cose e nessuna insieme. Aggiungiamo all'elenco Gela città caotica e priva di controllo; Gela che danneggia i bambini, che non si prende cura delle persone, Gela che mortifica la maternità e la paternità; Gela che offende gli anziani e riduce a larve bisognose le persone con ridotta mobilità.
Guardarsi attorno oggi è come avere questa fotografia ripetuta in tutti i modi ed in tutte le varianti cromatiche. 
Il Centro storico federiciano, quello dentro le mura, è stato aperto alla deregolamentazione del traffico, con una totale negazione dello spazio pubblico per tutte quelle categorie di soggetti deboli che oggi non possono muoversi, perchè il loro spazio, lo spazio delle persone, è occupato dalle auto.
Lo spazio pubblico, il luogo pubblico appartiene alla gente ed oggi questo concetto di appartenenza è stato negato, con una zona a traffico limitato che non limita assolutamente nulla; una condizione di parcheggio selvaggio ed una impossibilità di muoversi in modo alternativo all'automobile.
I quartieri a nord della città sono quartieri vittime di uno spazio sventrato, dedicato alle automobili , con l'esaltazione della via Venezia, una strada statale priva di qualunque connotazione urbana, a fare da manifesto per la distruzione dei diritti delle persone, del diritto alla libera circolazione delle persone, al gioco stesso dei bambini.
Il fronte mare, la via del sud che è una superstrada dedicata alle automobili ed al loro parcheggio, dove nessuno ha diritto a vivere lo spazio meraviglioso di una città di mare.
Nessun intervento è stato fatto per restituire un diritto alla libera circolazione delle persone, per ridare e restituire lo spazio pubblico alla gente.
Qualcuno potrebbe dire che ci sono molte piazze e spazi vuoti. Concordiamo, ci sono tantissimi spazio vuoti. Quando uno spazio pubblico è vuoto qualcosa non funziona. E quello che oggi a Gela non ha effetto è il collegamento fra questi spazi. Luoghi a volte chiusi alle auto e per questo abbandonati. Sono loro stessi la dimostrazione che uno spazio pubblico non collegato alle persone, alla loro libertà di muoversi senza auto è uno spazio morto prima ancora che vuoto.
Ad oggi non esiste trasporto pubblico fruibile realmente a Gela e il muoversi in bici o a piedi è un sogno pericoloso. 
Non abbiamo assistito ad interventi strutturali e questo ha significato l'abbandono dei quartieri dai quali la gente si muove, con lo svilimento ed il crollo degli stessi prezzi degli immobili.
Non si è creduto nello spazio pubblico, nella sua connessione, non si è voluto credere nelle persone e le si è mortificate.
Crediamo che serva un cambiamento di rotta, una scelta sociale e politica ben precisa, che riporti al centro di tutto la persona ed il suo spazio.
In questo crediamo e per questo Fiab continua a lavorare.

Simone Morgana
Presidente Fiab Gela
Coordinatore Regionale Fiab Sicilia

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