mercoledì 14 settembre 2016

Senso unico eccetto bici: a Gela è un suicidio

Quando il ministero dei trasporti emanò la famosa circolare che chiariva come fosse possibile pensare al senso unico eccetto bici anche in Italia, precisò che andavano rispettate delle regole.
Strada priva di traffico veicolare pesante, segnaletica stradale adeguata per segnalare agli automobilisti la presenza delle bici in senso opposto e limite di velocità per le auto a 30 Km/h. 
Senza il rispetto di questi criteri il senso unico eccetto bici non è solo illegittimo, ma diventa un provvedimento pericoloso per chi si muove in bici.
A Gela ci aspetteremmo maggiore attenzione da parte dell'amministrazione in questo senso. 
Sul lungomare Federico II di Svevia, all'altezza dell'ex lido la Conchiglia, dopo l'istituzione del senso unico di marcia, l'amministrazione ha posizionato un pannello integrativo dove si autorizzano le biciclette a percorrere il lungomare in senso opposto alla circolazione delle auto. Il problema è che gli automobilisti non lo sanno. 
Proprio così.
Si ritrovano delle bici che camminano contromano senza sapere che questo può accadere. Occupano, le auto, la corsia dedicata alle bici senza sapere che non possono farlo, perchè non esiste nessun cartello che li avverta della presenza dei ciclisti in senso opposto.
Ma la cosa diventa ancora più pericolosa se si pensa che le automobili possono parcheggiare su entrambi i lati del lungomare, con la conseguenza che i ciclisti che camminano in senso opposto, di certo autorizzati, devono evitare le automobili parcheggiate o in fase di parcheggio che intersecano la traiettoria di marcia (autorizzata) delle bici. In pratica un pericolo costante.
Ovviamente il lungomare non è una zona 30, con la conseguenza che le auto sfrecciano ben oltre il 50 km/h, con buona pace della sicurezza dei ciclisti che sono autorizzati a percorrere il senso unico.
Ma la storia non è finita.
L'amministrazione ha anche posizionato una cartellonistica contraddittoria che viola le previsioni del codice della strada.
Quando si arriva all'altezza della Capitaneria di Porto il ciclista che percorre il senso unico trovo un nuovo pannello integrativo, che lo autorizza a percorrere ancora il lungomare, sempre contromano, fino a via Matteotti. Il problema è che nello stesso punto, sul lato opposto, l'amministrazione ha posizionato il cartello di inizio ciclabile promiscua, pedoni/ciclisti.
Ora, il codice della strada è chiarissimo nel dire che i ciclisti, quando è presente una ciclabile devono obbligatoriamente camminare su quest'ultima strada dedicata, abbandonando la strada destinata al traffico degli altri mezzi.
Questa regola vale anche per gli automobilisti, i quali, vedendo il segnale della ciclabile hanno la certezza che il ciclista si trovi sulla pista e non in strada. Nel nostro caso ancora peggio, perchè non solo non si aspettano di trovarselo nel loro senso di marcia, ma non si aspettano, a maggior ragione, di trovarselo in senso opposto.
Questa confusione non genera solo violazione di norme, ma crea un pericolo costante per chi cammina in bici e si affida a questa segnaletica.
Vogliamo sperare, per il bene di tutti i cittadini, che l'amministrazione comunale ponga degli immediati correttivi a questi pericolossissimi errori.

Fiab Gela Staff

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