mercoledì 13 maggio 2020

Storia di un omicidio

Rimaniamo in attesa di un'azione da parte dell'amministrazione comunale, dopo che la nostra proposta è stata consegnata e condivisa con tutta la città. Tantissime associazioni si sono unite per chiedere una nuova mobilità a Gela e la petizione, ancora aperta, ha raggiunto quasi ottocento firme con il semplice passa parola. La fase 2 va verso la chiusura, ma non ci sono ancora provvedimenti utili per capire come una città di oltre settantamila abitanti dovrà gestire la mobilità dei cittadini
Siamo un accampamento di frontiera o una comunità organizzata? Questa è la domanda che ci poniamo. 
Perchè in un accampamento di frontiera si bada alle emergenze, si vive giorno per giorno senza programmare nulla, ma solo cercando la sopravvivenza: il cibo, il lavoro, un luogo dove dormire e un riparo per la tempesta, il vestiario per tutti i giorni e la protezione dagli attacchi esterni. In un accampamento di frontiera non si costruisce un futuro stabile, ma ci si limita ad arrivare al giorno dopo. 
Una comunità organizzata è un'altra cosa, programma il futuro e cerca di rendersi ogni giorno migliore, pensa alla vita dei propri membri e non si costruisce sulle sole emergenze, al contrario, le evita guardando in avanti. Fa scelte ponderate e si confronta senza subire ricattucci di poco conto, sapendo che quello che appare essenziale oggi non è altro che deleterio per un domani stabile. 
Vogliamo pensare di essere una comunità organizzata e per questo motivo chiediamo interventi immediati che moderino fortemente la circolazione delle auto, per l'organizzazione di una città che ad oggi sembra autogestita ed invivibile, che viola i diritti dei minori, delle persone con disabilità, il diritto alla salute delle persone, degli utenti deboli della strada; che nega la mobilità normale delle persone; che impedisce un corretto sviluppo del territorio
Per ogni giorno passato senza che l'amministrazione intervenga a moderare la circolazione delle  auto viviamo un omicidio reale, quello di tutte le persone che non possono godere dello spazio pubblico, di tutti i bambini costretti a stare a rintanati in casa per timore del traffico, delle persone con disabilità che rinunciano a vivere la socialità, di tutti i cittadini derisi da chi, con l'arroganza del potere forte, impone l'auto come unico mezzo per muoversi.
Vogliamo che le cose cambino e abbiamo l'occasione per farlo: adottiamo il piano che la Fiab Gela ha proposto e condiviso, andiamo oltre quello stesso piano ed applichiamo le previsioni del PUMS, scegliendo un nuovo modo di governare la città.
Rimaniamo in attesa, ma non ci fermiamo.

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